Antologia critica

BREVE ANTOLOGIA CRITICA

 

PAOLO LEVI

Massimo Paracchini ha una spiccata personalità artistica resa evidente da un linguaggio espressivo sapiente e dall’appassionata partecipazione emotiva. La sua arte è frutto di un’attenta osservazione interiore, capace di risvegliare l’istinto percettivo del fruitore, permettendo di cogliere l’essenza più vera e profonda dell’opera.

                                                                                                                                                                                                                                    Prof. Paolo Levi – Giugno 2016

 

La sua partecipazione è prova dell’indiscusso valore del suo lavoro nel panorama artistico internazionale. L’impegno profuso e la capacità di andare oltre i canoni del comune pensare, hanno contribuito a creare nuove esperienze creative e a catalizzare un cambiamento positivo in Europa e nel mondo.

                                                                                                                                                                                                                                                          Prof. Paolo Levi

 

VITTORIO SGARBI

 

La selezione del suo operato in occasione di questo   prestigioso progetto attesta il valore della sua ricerca stilistica nel panorama  artistico  contemporaneo. La   sua   presenza è conferma che la creatività è una delle più importanti   forme di trasmissione del sapere.

                                                                                                                                                                                                                                     Prof. Vittorio Sgarbi – Luglio 2017

 

VITTORIO SGARBI

 

La storia di una collezione è storia di occasioni, d’incontri, di scoperte, s’incrocia con curiosità, ricerche, studi.

La presenza del suo operato nella raccolta delle stampe e dei disegni della mia collezione attesta la validità del suo impegno stilistico.

                                                                                                                                                                                                                      Prof. Vittorio Sgarbi - Agosto 2018

 

 

MICHELE CATALANO

 

DA   UN    BATTITO     D' ALI       NASCE    IL "FREE    SPRINKLING":    MASSIMO     PARACCHINI       SCEGLIE   LIBERAMENTE      COSA       RACCONTARE      E       COME,      TRA    SGUARDO    E     PENSIERO,  PERCEZIONE      E  PROIEZIONE,    A  LLA    SCOPERTA    DI     SEMPRE        NUOVI        ORIZZONTI.

L’ispirazione artistica di Massimo Paracchini parte da molto lontano, dalla consapevolezza di una essenza primordiale e trascendentale, dalla ricerca spasmodica di una verità assoluta, dal continuo interagire della dimensione cosmica con quella interiore. Il suo bagaglio culturale e la sua profonda capacità speculativa lo portano ad esprimersi artisticamente in termini “eidetici”, cioè con una forma di linguaggio che approfondisce quello che in psicologia rappresenta la capacità, propria soprattutto della fanciullezza, di ritenere e tradurre in immagini nitide e particolareggiate le impressioni visive, acustiche e sensoriali percepite. Ma quali sono gli strumenti che l’artista utilizza per raccontare il suo orizzonte interiore e tendere verso gli ultimi confini della realtà mirando a rappresentare quel “qualcosa di oltre” che pare essere al centro della sua ricerca artistica?. L’artista vuole “valicare i limiti del dato e del noto ”, e lo fa traendo spunto e ispirazione dalla natura con le sue luci affascinanti e sempre diverse, dai paesaggi suggestivi dell’amata Liguria, cogliendo nella loro essenza più intima eteree figure femminili, trasmettendo il dinamismo della volata dei ciclisti in vista del traguardo o dei cavalli al galoppo sfrenato, analizzando le atmosfere misteriose del carnevale veneziano, percorrendo assorto le vie e le piazze della sua città. Massimo Paracchini esprime in questo modo opere ricche di suggestione, descrizioni evocative, composizioni visionarie dalle cromie a tinte forti, animate da “flussi di energia cromatica” di spiccata impronta espressionista: pennellate larghe, prospettive irreali, circonvoluzioni cosmiche, spirali che si espandono e si ripiegano su se stesse danno vita ad una pittura in grado di “trasmutare ogni semplice immagine in pura visione metafisica e cosmica” sconvolgendo ogni ordine e regola. L’Artista, colpito e affascinato dal fremito d’ali di un cigno che spruzza tutt’intorno minute goccioline liquide, intuisce il vigore espressivo dello sprinkling, cioè dell’aspersione del colore che agisce liberamente sulla superficie dell’opera già autonomamente compiuta, in modo “immediato, deciso, graffiante, a volte distruttivo”, in una interpretazione libera e liberatoria di action painting che coinvolge l’artista in una gestualità intensa che genera energia nuova e trova nei colori brillanti e nei riflessi metallici dello sparkling (luccicante, spumeggiante), il definitivo compimento della rappresentazione. Un processo creativo che si spinge, a volte, fino al parossismo dell’Overflowing, in un processo di profonda rielaborazione dell’opera in cui l’azione ha il sopravvento sulla rappresentazione, e che diviene la cifra caratterizzante dell’opera di Massimo Paracchini riconducendo il soggetto ad un ruolo comprimario, quasi marginale, e lasciando campo libero alla libertà creatività dell’Artista che riesce a reinventare tutto "con i colori della libertà, della poesia e dell’amore". Nelle opere più recenti, frutto di una ricerca esasperata, il colore si espande all’infinito, da un punto centrale con movimento rotatorio, come generato da una sorta di Big Bang artistico, in una "Kromoexplosion" – come è stata battezzata dall'artista - che travolge e stravolge tutto per dare origine ad uno dei tanti Universi artistici possibili, spalancando all’improvviso nuovi orizzonti, per andare oltre l’infinito. In ultima analisi, si può dire che Massimo Paracchini esprima tutte le proprie emozioni interiori e psicologiche, non solo quelle sensoriali ottiche, celebrando il trionfo del pensiero sullo sguardo, persuaso, come egli stesso afferma, che “Dipingere è conoscere il mondo e interpretarlo, non solo per rappresentarlo così com’è, ma per trasfigurarlo, per analizzarlo in tutte le sue componenti. Andare sempre alla ricerca dell’essenza delle cose e scoprire in ogni oggetto la forza del colore e di tutte le sue infinite variazioni… Creare immagini senza che abbiano necessariamente un rapporto diretto con la natura, ma far emergere, a volte, dal profondo, i moti convulsi dell’anima e della propria immaginazione ed esprimerli con un’esplosione di colore, con l’energia del tratto e della linea come segno di liberazione…" Ispirazione geniale, quella di Massimo Paracchini, una grande intuizione che rivoluziona la forma, ma non la sostanza, una visione originale del cosmo dove tutto è poesia e bellezza, una ricerca cromatica che approda alla riscoperta del bianco, sintesi di tutti i colori possibili, metafora di purezza ed eleganza, che esalta e dialoga perfettamente con i colori intensi che caratterizzano la sua cifra espressiva. "solo con la ricerca e il lavoro costante si possono scoprire nuove strade da percorrere o nuovi orizzonti da svelare: l’arte è un fiore dai mille petali di inestimabile valore”.

                                                                                                                                                                                                                     Dott. Michele Catalano – Novembre 2018

 

 

MICHELE CATALANO

 

SUPERFICI  MATERICHE  ED  ENERGIA  CREATIVA, GEOMETRIE  FLUIDE  E  PITTOSCULTURE: L'EVOLUZIONE  DELLA  FORMA  ESPRESSIVA  SECONDO  IL  PITTORE  MASSIMO PARACCHINI.

 

Il bianco ha il suono di un silenzio che improvvisamente riusciamo a comprendere”. (Wassily Kandinsky) Massimo Paracchini è artista conosciuto e apprezzato, non soltanto per la grande maestria e capacità tecnica, ma soprattutto per la densità e la forza delle sue opere; opere che sanno parlare all'anima. Partendo dal figurativo, verso l’astrattismo, il surreale e l'informale, Massimo Paracchini, è giunto, in questa fase della sua inesausta ricerca artistica, ad una pittura tridimensionale, dove volume e colore si fondono in un’originale concezione dell’atto e dell’opera pittorica seguendo il fascino delle suggestioni interiori che vengono trasfigurate da segni sinuosi e da colori ora brillanti ora profondi che si fondono con la materia per esaltare le forme, le alternanze di pieni e vuoti, di buio e luce, di piano e volume e che sembrano modularsi sulle vibrazioni dell'anima, dando vita, così, alla sua particolare e personalissima forma di “Pittoscultura”. Le opere tridimensionali di Massimo Paracchini suscitano ammirato stupore per l'elegante raffinatezza del loro snodarsi nello spazio, evidenziando le componenti geometriche della loro superficie pieghettata, curvata e in tensione equilibrata, i cui effetti estetici sono profondamente mediati dall'artista con interventi cromatici arditi e coraggiosi – basti citare le opere monocromatiche bianche, negazione e sintesi del colore stesso - e il gesto assolutamente libero e liberatorio. Paracchini, memore forse dei principi che hanno ispirato l'arte cinetica che ha come principale campo di ricerca formale l’illusione ottica e l’impressione plastica del movimento, attraverso il quale stimola il coinvolgimento dell’osservatore nell’opera d’arte, giunge a creare vere e proprie istallazioni artistiche, strutturate in modo da ottenere rilievi armonicamente organizzati, nella forma e nell'accostamento del colore. Si tratta di “Pittosculture” che creano nuovi rapporti forma-spazio e luce-ombra in una creazione scultorea che rivela lati misteriosi del reale, perché non conosciuti, e rende quindi visibile l'invisibile. Paracchini coniugando pittura, scultura, forma, in simbiosi col pensiero e col subconscio, mentre è forte il fascino che l’artista subisce dalla bellezza del nostro universo, sviluppa una raffinatissima ricerca espressiva, creando forme delicate e perfette, tridimensionali ed eteree che sembrano fatte di luce. I suoi volumi, nella loro chiara geometria, si rendono visibili con una loro naturale armonia, sembrano nutrirsi di infinito. Spettacolo raro di sensazioni di una purezza cristallina. Per raggiungere questi obiettivi Massimo paracchini ha sviluppato linguaggi paralleli: “Kromoesplosion”, sorta di big-bang artistico, esplosioni cromatiche “in rilievo come fuochi d’artificio o come mille soli scintillanti che si espandono all’infinito” come spiega l'artista, che assumono dinamismo nei “Vortex”, “puri flussi di energia cosmica da cui tutto ha avuto origine attraverso un movimento rotatorio che nasce dalle torsioni dinamiche generate da un punto centrale”, getti di materia e spirali che simboleggiano l’estensione, l’idea di sviluppo, la ciclicità della vita e della morte, l’emanazione ed il senso di creazione, di ciò che nasce e muore per rinascere ancora, in un percorso evolutivo alla ricerca della consapevolezza, in un viaggio senza fine, se non quello di tornare all’ origine. Le forme, create dalla mente, allora si materializzano seguendo un processo diverso da quello della pittura tradizionale perché qui la tela non è solo supporto al colore, ma diventa essa stessa protagonista e mezzo comunicativo, su cui l'artista opera il suo miracolo cromatico con la sapiente aspersione dello “Sprinkling” e i riflessi metallici dello “Sparkling”, dando vita ad una nuova forma astratta, di pura energia fluente e vibrante, in eterno movimento evolutivo. Un progetto creativo ricco di contenuti e carico di suggestioni, visive , percettive , tattili ed emozionali, sorretto dalla fervida fantasia, dalla sicura sapienza e dalla grande capacità tecnica dell'artista. Di fronte suoi quadri inizia per l'osservatore un viaggio aperto alle emozioni che perde ogni connotazione fisica per diventare specchio e simbolo profondo delle meditazioni interiori.

                                                                                                                                                                                                                                      Dott. Michele Catalano Gen. 2020

 

FRANCESCO CHETTA

 

Una pittura caleidoscopica, ricca di fantasia creativa, quella del nostro artista Massimo Paracchini, che cattura con profonda scansione visiva e gusto cromatico, l’osservazione delle sue recenti opere, in particolare, la serie Kromoexpansion, una ricerca pittorica ben distinta, ed equilibrata, carica di energia interiore, che Massimo condivide apertamente con il suo mondo artistico, inviando messaggi sensoriali, che sono a loro volta percepiti, con neuro percezioni dagli organi periferici visivi, impulsi decifrati visivamente attraverso il cromatismo modulare retinico, osservabile nella quinta compositiva dell’opera.  A volte le sue opere, ci evocano reconditi messaggi interiori, molto cari all’artista, raffigurati con una scenica formale, e giusta sintesi pittorica, esternata con particolare gestualità, che dona al dipinto, una valida lettura introspettiva, con piani pittorici di pregevole composizione formale, dialogando attraverso il suo personale mondo interiore, carico di silenti scenari, desunti dalla sua memoria.

Prof. Francesco Chetta  – Febbraio 2018

 

 

GIOVANNI BARBERIS

Lo zampillo libero di Massimo Paracchini

Il pittore vercellese, sempre alla ricerca di nuove maniere per esprimersi, andando oltre alla tradizionale pittura figurativa, spiega questa nuova tecnica (il  Free Sprinkling), la cui traduzione si rivela come “zampillo libero”, con il gesto di “lanciare “ il colore verso la tela, restando però su una traccia figurativa. Nello specifico le opere in mostra assumono una dimensione cosmica con suggestive immagini di cieli e panorami che richiamano il cosmo.

Dott. Giovanni Barberis

 

SALVATORE RUSSO

Una figurazione quella di Massimo Paracchini che va oltre l’ormai superata figurazione accademica  che tende a riproporci la realtà così com’è. Le opere del Maestro si contraddistinguono per una cromia che avvolge l’oggetto della rappresentazione. Superato il concetto di buio che ha nell’abisso la sua origine, Paracchini si dedica ad elaborare un linguaggio creativo alla base del quale l’energia cromatica occupa un posto fondamentale. Si creano così degli universali linguistici mediante i quali l’Artista costruisce la sua riconoscibilità. Le linee sono spesso morbide e ondulatorie dando origine ad un tipo di immagine in movimento che dà l’impressione di voler uscire dalla tela e venire ad abitare il nostro mondo.

                                           Dott. Salvatore Russo

 

SANDRO SERRADIFALCO

Una rinnovata sintassi compositiva ha ritrovato nelle sue opere Paracchini Massimo. Nata dopo una ricerca attenta, precisa, scrupolosa, mette in risalto la funzione cognitiva dell’istinto anteponendola a qualsiasi altra assieme alla     capacità posseduta dal puro segno e dal colore di trasmettere l’emozione al fruitore. Siamo dunque davanti ad un fare artistico che si è rinnovato e che possiede senza dubbio la capacità di entusiasmare il fruitore stuzzicando con grazia la sua fantasia.

Maestro dell’arte neofigurativa ma estimatore e pittore di stili come l’espressionismo, il cubismo e il futurismo, che puntualmente influenzano le sue opere, è esponente di una particolare corrente artistica che guarda oltre il concetto di reale ed esplora l’Io, il pensiero umano e le correlazioni che l’anima ha con il mondo esterno. L’energia sprigionata dalle impalcature cromatiche che Paracchini allestisce come leitmotiv della sua produzione pittorica, giocano un ruolo dominante non solo nell’interpretazione segnica dell’opera, ma creano con l’astante un legame catartico, quasi spirituale che pone il pubblico in una condizione di riflessione e approfondimento interiore. Una pittura comunicativa dove i più disparati soggetti, incarnano il simbolo di un’indagine stilistica complessa e articolata.

E’ evidente nell’arte di Massimo Paracchini  la tendenza a propendere verso lo stile futurista e la scelta di strutture cromatiche brillanti e accattivanti. L’innovazione del segno è tutta racchiusa nel suo gesto pittorico, che, frutto di una ricerca estetica e stilistica lunga e accurata, regala al panorama artistico contemporaneo una serie di opere in grado di comunicare con l’astante attraverso le immagini. Ciò che Massimo Paracchini evidenzia attraverso le sue tele è una ricerca di stampo esistenziale che si interroga sull’universo, sul mondo, sul cosmo e sulle geometrie che abitano il mondo dando forma e colore a tutto. Una

 pittura che abbraccia una stilistica mai casuale, ma che piuttosto rispecchia uno studio coerente. Grande talento espressivo che si traduce in un uso sapiente del colore e del segno, e anche grande conoscenza tecnica di prospettiva e chiaroscuri, esaltano la sua figura di artista dando prova che la sua produzione artistica non è degna di nota solo dal punto di vista concettuale ma anche da quello estetico e formale. Lavori che sono percorsi veri e propri all’interno della memoria, che ripercorrono non solo una tradizione artistica di stampo futurista, come dicevamo in precedenza, ma anche il corridoio dell’innovazione, rivisitando alfabeti segnici e grafici.

Dott. Sandro Serradifalco

 

TIZIANA TAMBURI

 

La pittura di Paracchini è fluida e lineare, i soggetti scelti sono spesso semplici ma ugualmente carichi di passione ed entusiasmo.

E’ un artista che ama sperimentarsi in varie tecniche, riuscendo a particolareggiarne ognuna con molta naturalezza, proprio grazie al forte amore per le Arti creative.                                                 

Dott.ssa Tiziana Tamburi

 

ELENA CICCHETTI

 

Nelle sue opere forme, luci e colori sono presenti in modo composto, rendendo suggestiva l’elaborazione cromatica. Le sue opere conservano inalterata la carica ispirata che le sostiene e trae linfa da una sensibilità felicemente unita alla fantasia. Le immagini hanno un fascino particolare che l’artista esprime attraverso un’elaborazione cromatica ricca e variata che rende palpabili le forme e lo stato d’animo.

Dott. ssa Elena Cicchetti

 

 

PIER LUIGI  PENSOTTI

 

Massimo Paracchini, un vero talento che ha trovato la sua originale forma espressiva,  colori e forme che ci consegnano un’intensa spiritualità indicandoci come la sua sia arte profonda, da scoprire con attenzione e  gli  importanti riconoscimenti che ha ricevuto sono l’indice di quanto innovativa sia la sua proposta artistica.

 

Dott. Pier Luigi Pensotti

 

GIAN PIERO PRASSI

La sua nuova metamorfosi pittorica lo ha portato a esprimere quel che lui stesso chiama: “Transfuturismo eidetico e visionario”. Non è una mera fuga nell’informale o in astrazioni fini a se stesse. La rappresentazione rimane legata al figurativo, eppure lo trasforma con onde di colore  e trasformazioni cromatiche che hanno legami con il futurismo e non solo. Il movimento ondulatorio curvilineo interiore è un dinamismo prodotto dalla mente con cui l’artista rappresenta la realtà, in associazione a una tecnica che Paracchini chiama “Free Sprinkling”, una libera aspersione di colore sulla tela che non è una variante del dripping pollockiano, perché si mantiene una forma che delinea opere essenzialmente figurative, ma che tendono a esprimere l’energia dei colori in modo molto più marcato.

Free Sprinkling Overflowing e Sparkling sono tecniche con cui l’artista attua il passaggio dal “transfuturismo eidetico e visionario” al “Transatomismo cromatico primordiale”. In termini più comprensibili diciamo che si tratta di un percorso di smaterializzazione delle forme “mitiche” (il figurativo come riproduzione del reale) che passando attraverso dimensioni cosmiche in cui la realtà si sfarina (per opera del free sprinkling) e si deforma in curvature fino all’astrazione.

La pittura di Paracchini  prende le mosse dal figurativo e opera una trasformazione alchemica, che sgretola le forme per raggiungere una dimensione espressiva libera, in cui l’atto pittorico si realizza in un  armonico divenire che evolve in passaggi successivi.

                                                                                      Dott.  Gian Piero Prassi

 

ELISABETTA DELLAVALLE

Attento studioso del Futurismo e della filosofia fenomenologica di Husserl, l’artista, autore tra l’altro del saggio critico “I pensieri sull’arte”, intende la sua opera come il risultato concreto di un lungo viaggio interiore, di un profondo scavo nell’anima che lo porta a ricreare una nuova realtà, cromaticamente irreale ed energica e vorticosamente in movimento.

                                                                            Dott.ssa  Elisabetta Dellavalle

   CATERINA CONTATO

Le opere di Massimo Paracchini sono dunque un’esplosione cromatica, di rosso, giallo e di blu, che rappresentano insieme al nero e al bianco le cinque fasi alchemiche. Le immagini sono come proiettate all’interno di arcobaleni di luce capaci di fargli perdere i contorni reali e farli diventare un tutt’uno con l’Universo. E’ proprio l’aspersione di colore con la tecnica del Free Sprinkling, a dare questo movimento. Come se l’immagine in maniera dirompente volesse uscire dal quadro.

Le sue opere raccontano la continua evoluzione del suo percorso, che passa dal transfuturismo eidetico e visionario, alla sapiente smaterializzazione pura dell’immagine attraverso la tecnica del Free Sprinkling Overflowing “ che porterà a una nuova visione del cosmo, fino ad arrivare ad una vera e propria disgregazione cromatica” spiega l’artista. Con la tecnica del “wavelike lightning” la luce attraversa prepotentemente la tela dando origine a movimenti rotatori che avvolgono completamente l’immagine.

Il colore è elemento fondamentale nelle opere dell’artista, diventando un tutt’uno con la raffigurazione, “potrei togliere la forma, ma se non ci sono il colore e il movimento l’opera non ha ragione di esistere” spiega  Paracchini: infatti è proprio con la tecnica del “Free Sprinkling” cioè l’aspersione di colore sulla tela, tanto che l’immagine viene smaterializzata, quasi a perderne i contorni, trasformandosi in pura visione metafisica e cosmica. Esattamente come l’alchimia ermetica che si prefiggeva il compito di trasformare i metalli vili in oro, così l’effetto cromatico trasmuta l’immagine irrompendo nella tela, catturando lo sguardo degli osservatori”, continua l’artista. E’ fondamentale dunque per Paracchini la costante ricerca che lo porta a sperimentare una visione nuova dell’arte di dipingere, “dove l’energia del cielo entra con forza nella quotidianità dell’esistenza, sconvolgendo ogni ordine e regola”conclude il maestro.                                        

                                                                                          Dott.ssa  Caterina Contato

 

STEFANO DI TANO

L’incontro con il pittore Massimo Paracchini, esponente dal grande tono cromatico nel paradigma del Transfuturismo Eidetico, poi variato nel Transatomismo Primordiale, ci ha offerto l’opportunità recente di conoscere una pittura che si accorda senza reticenze al neofigurativo tendente all’Espressionismo; ma per chi ha viaggiato nelle conoscenze neoclassiche fino al cubismo, può intravedere nelle sue opere chiari tocchi che richiamano il futurismo ed il concettuale.

                                                                                                                          Dott. Stefano Di Tano

 

ROBERTA FILIPPI

Punto  forza nei dipinti di Massimo Paracchini è il colore. L’artista gioca con le tonalità e le sfumature per creare immagini dinamiche, espressione di idee e pensieri che descrivono la realtà che ci circonda e la realtà dell’anima.

Un impressionista espressionista Massimo Paracchini stravolge le figure dando movimento alla materia, lasciando affiorare le emozioni.                                              

Roberta Filippi (Critico  di Affordable Art Point di Orler)

 

MARIAROSARIA  BELGIOVINE

 

Opere dai colori luminosi, avvolte dalla gestualità dell’artista, descrivono con intuito la sua percezione segnica. Il suo timbro cromatico diventa efficace firma nel panorama artistico con l’esecuzione tecnica che dona all’opera il giusto ritmo e l’approfondimento della ricerca.

Mariarosaria Belgiovine,  Critico e Direttrice di Artexpò Gallery

 

CARLA ROSSO

L’abbondante produzione pittorica  di Massimo Paracchini ci rivela una prodigiosa evoluzione, uno sviluppo e una maturazione progressivi che sono propri dei Maestri. Una concezione filosofica del tutto personale, frutto di profonda introspezione,  di continua riflessione sul senso della vita intesa nel suo rapporto con il tempo e con le immagini che si dispiegano in esso, sottende il concetto di arte come elaborato  dall’artista. Rileggendo l’esperienza ormai più che trentennale di Paracchini,  lo troviamo, ancor fanciullo, dipingere sotto l’egida del Maestro vercellese Francesco Giuseppe Rinone, poi più tardi amico del Maestro milanese Lamberto Lamberti e dell’aronese Carlo Monti, per poi vederlo acquisire  sempre maggiore indipendenza ed originalità tecnica ed interpretativa. Come gabbiano, l’artista ha sorvolato i mari, come falco ha scrutato i laghi e i monti, alla ricerca frenetica ed insaziabile di un’immagine, di una luce di uno sguardo; ha interpretato la realtà filtrandola attraverso i moti della coscienza e del pensiero, trasfigurando ciò che è in ciò che la mente vede, ha sciolto il colore, ha frantumato la forma, ha piegato la linea in curve sinuose; ora è approdato al Free Sprinkling, estrema evanescenza dell’immagine che lascia campo aperto all’emozione; ma ogni approdo non è altro che il punto di partenza per un nuovo viaggio verso orizzonti sconosciuti e inesplorati, alla ricerca di una nuova immagine, di una nuova luce, di un nuovo sguardo.

L’artista nelle sue opere vuole trasmutare ogni immagine in pura visione, superando la semplice rappresentazione arcadica della realtà con l’apertura ad una dimensione cosmica trascendente dove i movimenti curvilinei interiori si intersecano con quelli rotatori dell’Universo.   Smaterializza poi la forma, piega la linea in curve sinuose, trasfigura la prospettiva tradizionale rinascimentale, applicando quella che lui definisce “ la geometria iperellittica” che è una geometria non euclidea, passando così dal  “Transfuturismo eidetico e visionario”, alla fenomenologia di Husserl per arrivare al “Transatomismo cromatico primordiale”, dove tutto ha avuto origine da un’onda di luce fluente e vibrante di pura energia come nel Kaos primordiale, raggiungendo così una dimensione atemporale, attraverso una kronoalchimia cosmica  in cui il tempo viene  quasi fermato, sospeso, cristallizzato  per diventare assoluto. Il tutto avviene tramite un processo alchemico di krometamorfosi dinamica, realizzata attraverso il Free Sprinkling Overflowing e Sparkling che è una tecnica di magica e libera aspersione di colore che renderà più evanescente  ogni immagine affinché possa essere trasformata  in pura visione e aprirci una porta verso l’infinito.

                                                                                               Dott.ssa Carla Rosso

 

ALBERTO ODONE

Si trova molto nei dipinti di Massimo Paracchini. La sua cultura gli permette di metterci molto dell’eredità della pittura trascorsa – gli impressionisti, i fauves, Kandinskij, Pollock - il suo talento di trasformare quell’eredità in opera viva. Ma in quel molto, in quell’intrico di tracce, in quell’abbondanza di messaggi e di suggestioni, c’è un elemento che spicca e che parla a tutti, anche a chi l’arte poco la conosce e appena la sfiora: il sincero spirito della ricerca. Perché Paracchini non si adagia mai, non riposa, non copia se stesso o, peggio, altri, e a costo di vera fatica cerca di continuo strade nuove. Non importa quanto soddisfacenti siano stati i risultati del passato, è il futuro che conta, il dopo, il non ancora. La sua opera vibra della trattenuta energia di ciò che non è mai compiuto è non è mai dato acquisito né maniera. E’ questa spinta incessante che nel corso di un percorso iniziato da giovanissimo lo ha condotto dal figurativo all’astratto, gli fatto affinare tecniche sempre nuove. Non ho sufficiente competenza in campo artistico per poter prevedere dove possa portarlo il percorso che ha intrapreso, credo che come ogni vero ricercatore non lo sappia nemmeno lui. Quel che so con ragionevole certezza è che questo cammino è ancora lontano dal suo compimento, perché la pennellata che chiude un suo quadro è già quella che inizia il successivo.                                                                                                             

                                                                                                                             Dott. Alberto Odone

MARIO DELLATORRE

La ricerca perpetua della verità di Paracchini nelle sue avvincenti opere abbaglia di luce decisa e accecante chi  si avvicina al messaggio strepitoso delle nuove creature. In esse tutto si muove, tutto si assorbe nei cerchi concentrici che, invece di suscitare inquietudine, offrono precise speranze ad una vita assente e priva di prospettive e valori; sono opere in grado di accompagnare gli smarriti verso nuovi orizzonti e di portarli per mano, come un padre premuroso il proprio figlio, attraverso il difficoltoso cammino della vita. Tutto è chiaro al Nostro, tutto è vita nella continua ricerca dei colori così accesi e decisi, tutto è serenità e distacco, tutto è gioia e viaggio, tutto è e non è noia, tutto è intelligenza e coscienza, tutto è scienza e Nous che slancia verso la verità. Si, il Pittore è maturo in questa vita d’affanni, è vero in  quest’ arte d’inganni;  è saggio e si distingue dalla qualunquistica pedagogica arte scolastica. La nuova collezione artistica trasmette un sentimento di sana invidia, cioè desiderio di condividere e possedere questa leggerezza sostenibile dell’essere.

Dott. Mario  Della Torre

                                         

                       

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